Alyssa è alta, bellissima e ha sempre gli occhi puntati addosso. Trascorre le giornate immersa sui libri e in giro con la sua amica Sherilyn. Quando compie diciotto anni qualcosa però in lei muta. Inquietanti incubi cominciano a farle visita e il suo corpo è preda di forti dolori, soprattutto in prossimità del ventre, ove una cicatrice a forma di croce stilizzata l'accompagna da che ha ricordo.

Non solo, da giorni un ragazzo dalla straordinaria bellezza la osserva fuori dalla finestra, incutendole paura e curiosità.

A un migliaio di chilometri di distanza, nella vicina Los Angeles, il giovane monaco Tommas è stato scelto per diventare il Custode di un segreto che viene tramandato da millenni. Durante una lezione con il suo mentore, assiste a qualcosa che cambierà per sempre il suo credo religioso. Ezequeel, un Angelo Caduto appare all'interno del monastero. E' disposto a tutto per prendere possesso di un nome e di un pugnale e non si fermerà dinanzi a nulla. La sua e' una ricerca ossessiva e insieme ad una adolescente apparentemente innocente lascia il proprio marchio in ogni città in cui si ferma.

Alyssa dovrà accettare una dura realtà. Lei non è una semplice ragazzina americana. Lei è qualcosa di molto più grande, è  qualcosa di immenso e tutto ciò che ha sempre creduto è solo una immensa menzogna creata con lo scopo di proteggerla. Ora dovrà capire di chi fidarsi e prepararsi a difendersi, per far sì che il suo sangue venga preservato.

 ESCAPE='HTML'

Periferia di Los Angeles - 19 Aprile - ore 01,15
Le luci al neon dell'insegna del Motel, illuminavano l'interno della stanza, proiettando sulle pareti bianche del muro, immagini surreali e antropomorfe di un colore rosso acceso. Un semplice gioco irrazionale, partorito da quella luminaria oramai vecchia di almeno una ventina d'anni e che, complice l'età, funzionava solo a tratti.
Il temporale, che senza sosta si era abbattuto sulla periferia di Los Angeles nell'ultima settimana, aveva creato una serie di bagliori intensi, plasmati dai fulmini che impetuosi, avevano deciso di cadere lungo quel lembo di terra, prendendo ora per mano le luci artificiali dell'insegna dei primi anni ottanta. Insieme ad esse, si erano dati appuntamento sul muro della stanza situata nella parte destra del fatiscente edificio, colorandolo, sia di quel violento color porpora e sia, ma più raramente, del colore bianco e intenso dei lampi, seguito solitamente dal forte boato dei tuoni.
Il rumore, provocato dal traffico dell'autostrada adiacente al parcheggio del Motel, risultava eclissato dalla melodia fastidiosa e monotona della pioggia. Una cantilena ripetitiva e a tratti insopportabile, che non accennava a diminuire e che, di tanto in tanto, bussava nelle finestre dai vetri scuri della camera.
Intenso era l'odore degli scarichi della doccia e del lavandino. Invadeva la stanza, la impregnava e si mescolava con quell'afrore decisamente più forte del rigurgito presente sul letto e sulle mattonelle marroni. La televisione a colori, di modeste dimensioni e con il tubo catodico, trasmetteva una vecchia sitcom, in cui le immagini ripetitive girate quasi esclusivamente all'interno di una cucina, la facevano risultare noiosa dopo nemmeno una decina di minuti. Ma all'una del mattino sicuramente non si poteva chiedere di meglio.
La luce fioca, dell'unico bagno presente nella stanza, si intravedeva da quel minimo spazio presente tra la parte inferiore della porta e il pavimento. Il suono dell'acqua corrente del lavandino, era smorzato dalle casse della radio che regalava alla ragazza una splendida melodia dei Nightwish.
Solo quando quella stessa porta fu aperta, la luce illuminò il letto matrimoniale, in cui sopra le lenzuola bianche era sdraiato, il corpo completamente nudo e senza vita di un uomo sulla cinquantina.
Disteso, con le braccia spalancate e una gamba a penzoloni fuori dal materasso, sembrava osservare in direzione della finestra, con gli occhi neri e vitrei, oramai privi di vita. Due semplici biglie in vetro, usate dai ragazzini per giocare ai margini di una vecchia strada. Aveva la bocca aperta, completamente ricoperta da una putrida poltiglia. Un nauseabondo mix di sangue e vomito, che come un fetido ruscello colava, ricoprendo oltre che parte del suo nudo petto, anche il lenzuolo e il pavimento. La ragazza uscì completamente svestita dal bagno, tranne per un orribile asciugamano bianco portato a turbante, nascondendo parzialmente i lunghi capelli neri abbelliti da sinuose ciocche rubiconde. Non donò nemmeno uno sguardo a quel cadavere. Non gli regalò la benché minima attenzione. Come se non fosse presente in quella stanza, o peggio ancora, come se fosse del tutto normale avere un corpo privo di vita in camera.

TRATTO DA "L'ossessione dell'angelo"
Copyright Diego Brughitta 2014

Foto di copertina e retrocopertina di Silvia Floris Copyright 2015